In questo documento troverete le proposte emerse durante la Local Conference Of Youth on climate change (LCOY Italia 2021) tenutasi online dal 20 al 26 Settembre 2021.
Le LCOY sono eventi locali o nazionali che permettono ai giovani di sviluppare proposte per fronteggiare la crisi climatica, senza dover necessariamente accedere a conferenze internazionali.
Ciascuna conferenza nazionale è sostenuta da YOUNGO, la Costituente ufficiale dei giovani alla Convenzione Quadro per il clima delle Nazioni Unite.
Le LCOY svolgono quindi un ruolo fondamentale nell’includere e mobilitare i giovani verso la sostenibilità e la cura del pianeta.
Attraverso la formulazione di proposte, una LCOY permette di dare voce alle idee e alle necessità dei giovani per combattere la crisi climatica e ambientale che stiamo vivendo.
Dal 2019 le LCOY Italia hanno raccolto la partecipazione di quasi 400 giovani provenienti da tutta Italia eci auguriamo che negli anni a venire questo numero possa aumentare sempre di più!
Il Sud Italia è ricco di imprese agroalimentari, ma a causa di una mancanza di infrastrutture e tecnologie adeguate si riscontrano difficoltà nello sviluppare e valorizzare le economie locali.
Principali ostacoli:
– mancanza di visibilità delle realtà produttive
– disinformazione sulla “spesa sostenibile”
– mancanza di accesso ai finanziamenti
– difficoltà nel reperire dei prodotti locali
La produzione intensiva di prodotti alimentari minaccia la biodiversità e serve un nuovo modello di filiera produttiva improntato sulla qualità.
Lo scenario attuale presenta le seguenti caratteristiche:
– Mancanza di infrastrutture e tecnologie adeguate;
– Aumento della consapevolezza in tema ambientale, soprattutto tra i giovani;
– Spostamento significativo della domanda di beni finali e intermedi sui canali online;
– Maggiore tutela delle eccellenze territoriali.
La proposta si pone i seguenti obiettivi:
Questi saranno gli step da sviluppare:
Aderendo alla piattaforma:
I produttori accederanno a nuovi canali di vendita (punti di consegna, negozi di vicinato e supermarket selezionati), acquisteranno maggiore visibilità tra i consumatori ed entreranno in una rete di produttori virtuosi.
Il consumatore avrà, così, la possibilità di acquistare in maniera più semplice prodotti sostenibili di qualità e di diventare parte attiva del cambiamento.
La presenza di aree verdi nelle città è cruciale per la qualità della vita.
Per far fronte a questa necessità serve tessere una rete di enti privati (associazioni, cooperative sociali, fondazioni e cittadini) ed enti pubblici (ANBSC, Regioni, Comuni, etc.).
La realizzazione degli orti urbani è un sistema “green”, sempre più diffuso, per riqualificare aree urbane degradate, per migliorare la qualità della vita nei quartieri e per favorire lo sviluppo del verde in città. Quindi, proponiamo l’orto sociale per dare nuova vita ai beni confiscati alle mafie, spesso in stato di abbandono e deperimento.
Un orto sociale apre le porte a tante attività, per questo motivo in tabella sono presentate diverse azioni in base all’estensione del terreno e alle risorse disponibili.
>100 m² | 100-200 m² | >200 m² |
Educazione ambientale. Ortoterapia. Piattaforma di condivisione per diffondere le diverse attività. Orto verticale. | Compostiera. Raccolta, scambio, conservazione e riutilizzo delle sementi. Corsi di formazione e tirocini in ambito botanico ed agroalimentare. | Possibilità di affittare porzioni d’orto. Promozione dei prodotti (mercati a filiera corta, botteghe locali, eventi). Ridistribuzione cibo tramite associazione volontariato. |
Crediamo che ad oggi gran parte dei consumatori, nell’atto di acquistare i prodotti alimentari, non abbia i mezzi per capire il loro impatto ambientale. Il grande problema del consumo inconsapevolmente irresponsabile ha ricadute profonde sulla filiera produttiva e dunque sull’ambiente.
Diversi studi hanno rilevato come i consumatori medi non hanno spesso una percezione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra correlati a certi prodotti alimentari.
Vi sono ricerche in cui è stato chiesto ad oltre 1.000 persone di stimare l’energia consumata da 18 apparecchiature elettriche e 19 alimenti* riscontrando che i partecipanti hanno sottovalutato in modo significativo il consumo di energia e le emissioni di gas serra sia per gli elettrodomestici che per gli alimenti, ma l’impatto del cibo è stato sottostimato in modo più grave.
*“Consumers underestimate the emissions associated with food but are aided by labels”, pubblicato online il 17 dicembre 2018 su Nature Climate Change e condotto da ricercatori dell’Università di Sidney e Università di Durham (North Carolina),
Come è stato già fatto per le classi energetiche degli elettrodomestici, noi proponiamo una normativa a livello europeo per sensibilizzare i consumatori riguardo all’impatto ambientale della filiera produttiva dei prodotti alimentari. L’introduzione di una scala di punteggi di “carbon footprint” della filiera produttiva in aggiunta ad un QR Code con le informazioni relative ai prodotti sugli scaffali. Ciò porterà il consumatore a conoscere ex ante non solo i valori nutrizionali di un prodotto, ma anche i fattori “ambientali” al momento della scelta d’acquisto.
Il greenwashing è una pratica aziendale ingannevole che consiste nel presentare un’immagine sostenibile dell’attività dell’impresa al fine di migliorarne la reputazione di fronte al consumatore, ma non corrisposta da un proporzionale impegno concreto per limitare il proprio impatto ambientale. I principali stakeholders sono le associazioni dei consumatori, i consumatori stessi, le aziende e le istituzioni statali e sovranazionali.
Nella normativa italiana non viene fatto alcun riferimento al greenwashing; introdurlo permetterebbe di darne una definizione univoca e di differenziarlo dalla semplice pubblicità ingannevole, sottolineandone l’aggravante ecologica, e sensibilizzare allo stesso tempo i consumatori.
Inoltre, una commissione incaricata di individuare ed analizzare i casi potrebbe facilitare e velocizzare il processo di valutazione dell’Autorità garante.
Cercare di introdurre nella normativa italiana il reato di greenwashing tramite iniziativa di legge popolare, con definizione univoca, criteri più stringenti e pene più severe rispetto a quelle applicate per la pubblicità ingannevole.
Introdurre, appoggiandosi ad associazioni già esistenti e dalla consolidata esperienza in materia ambientale e di tutela dei consumatori, una commissione istruttoria per ricercare, individuare e procurare materiale concernente casi di greenwashing, da sottoporre in ultima istanza al giudizio dell’Autorità garante.
Il turismo rappresenta il 13% del PIL nazionale, ma manca una linea politica condivisa e univoca che possa guidare il settore verso una transizione sostenibile. Inoltre, non vi è attenzione agli effetti ambientali e sociali che il turismo ha sulla comunità locale.
Gli stakeholders coinvolti sono tutte le realtà operanti sul territorio nazionale nel settore del turismo incoming leisure, le comunità locali e i turisti coinvolti.
Un’iniziativa di mappatura nazionale di tutte le realtà operanti nel settore turistico leisure incoming secondo specifici criteri di sostenibilità sociale e ambientale, attraverso la creazione di un hub digitale.
Le realtà che verranno coinvolte nel settore del turismo leisure incoming:
Gli step per sviluppare la nostra proposta:
I vantaggi e i benefici di tale proposta:
Il problema analizzato nasce dalla domanda: Come potrei muovermi usando al minimo la mia macchina?
Ci si rivolgerà a cittadini Under 60, i quali abbiano il desiderio di mobilità sostenibile, che vivono in città medio-grandi che non possiedono servizi “door-to-door” e in cui vi è difficoltà nell’integrare i diversi servizi presenti in città.
Il MOBILITY PASS sarà una piattaforma digitale (app e sito web, B2B2C) che grazie all’utilizzo di un Data Hub permetterà all’utente di scoprire il modo più veloce e più sostenibile per raggiungere la propria destinazione.
Questo avverrà incrociando i dati dai servizi di mobilità pubblica con quelli delle aziende private di sharing (che sono sponsorizzate all’interno) e che saranno presenti in un unico Cloud.
Il Mobility pass permetterà il miglioramento del servizio tramite sito web, l’abbassamento dei costi, l’aumento di sicurezza con infrastrutture, la cooperazione tra aziende private ed Enti Pubblici, la raccolta dati in Hub unico e la possibilità di creare una vetrina per far crescere i servizi partner
Il pagamento del servizio può essere in abbonamento (settimanale, mensile, ecc.) o giornaliero.
La partnership col pubblico favorirà la creazione di infrastrutture tramite decisioni data-driven e seguirà tutte le norme di privacy.
Siamo partite con l’idea di promuovere comportamenti virtuosi. La società ed il mercato ci hanno abituato ad avere “tutto e subito”, dimenticandoci degli impatti delle singole azioni. Rinunciare a queste comodità è ormai difficile e costa molto sforzo. Uno dei settori a maggiore impatto è il settore agroalimentare, dove però le scelte del singolo potrebbero fare la differenza. Quindi abbiamo deciso di affrontare il problema della superficialità con cui viene fatta la spesa quotidianamente.
La nostra soluzione ha come obiettivo quello di promuovere i comportamenti virtuosi di cittadini under 50 nel momento della spesa, principalmente in un contesto urbano.
Sviluppare una app per collezionare punti sostenibilità nel momento del pagamento in base alla spesa fatta (es. punti fidaty). I punti verrebbero assegnati in una scala da 0 a 5 in base all’impatto dell’alimento su 4 macro-categorie che sono: packaging, provenienza, stagionalità e categoria alimentare (carne, verdura, latte derivati). A titolo di esempio verranno assegnati 0 punti per una carne derivata da allevamento intensivo, mentre 1,5 per carne bio di animale allevato al pascolo, mentre per una mela saranno 5 tra agosto ed ottobre se proveniente dall’Italia e così via… I punti generati si potranno utilizzare per ricevere sconti al supermercato oppure per premi legati a promozione di ulteriori scelte sostenibili (es. ticket bus, buono per libro in libreria, bike-sharing, borraccia,…). Tutti i reward sono scelti in base alla geolocalizzazione. Insieme all’app sarebbe anche importante introdurre giornate formative in cui i/le volontar*, fuori dai supermercati, accompagneranno le persone a fare la spesa spiegando come avere un minor impatto e promuovendo l’utilizzo dell’app.
Vi è scarsa consapevolezza nella penisola italiana di come il cambiamento climatico possa dar vita a movimenti migratori nel nostro territorio e influenzare la nostra vita e le nostre abitudini.
Gli stakeholders chiave per la ricerca sono: le università, grazie all’apporto scientifico e statistico che può dare, i media per la promozione del progetto e dei risultati, lo organizzazioni sovranazionali come finanziatori, le realtà locali, le persone e i produttori come soggetti della ricerca, agenti di cambiamento attivo attraverso gli incontri e le riunioni in piazza, e infine beneficiari a 360° di tutto il progetto.
Nella ricerca presentata dalla dott. ssa Elisa Iori, “Climate change, sustainability and young Europeans – Evidences from 23 EU Countries”, viene evidenziato come solo il 9% dei giovani italiani (15-35 anni) sappia cosa siano le migrazioni climatiche (Elisa Iori,Climate Of Change,2020).
Essenziale risulta dunque un Progetto di ricerca che metta enfasi su questo tema.
Per supplire a questa mancanza in Italia, proponiamo una ricerca che indaghi le migrazioni climatiche in atto o che potrebbero verificarsi in un futuro prossimo nella penisola.
Vorremmo pertanto rivolgerci alle comunità vulnerabili e alle persone potenzialmente influenzate dal cambiamento climatico nel loro lavoro.
Avendo, così, un quadro chiaro della situazione in Italia, identificati, quindi, i possibili spostamenti interni già in atto e/o inquadrate le probabilità di future migrazioni dovute al cambiamento climatico, si passa ad una seconda fase di sensibilizzazione e di ricerca di soluzioni volte ad impedire gli spostamenti, proprio attraverso la partecipazione attiva, grazie ad incontri ed eventi di dialogo aperto, dei soggetti maggiormente coinvolti (settore primario, terziario).
I benefici di tale ricerca saranno:
Da parte di tutto il team di LCOY Italia ringraziamo anche Eugenia Chierico per le magnifiche illustrazioni realizzate per questa edizione!
Vuoi divulgare le tue conoscenze sui temi del cambiamento climatico ad una platea di giovani super interessati?
LCOY 2022?
Se ti è piaciuto prendere parte al cambiamento e non vedi l’ora di poterlo fare di nuovo, contattaci per sapere come partecipare!
Credi nella vocazione di LCOY e vuoi contribuire a diffonderne l’operato? Ti forniamo un media-kit straordinario!
Una Local Conference of Youth on Climate change (LCOY) è un evento sostenuto da YOUNGO, la costituente dei giovani e dei bambini alla Conferenza delle Parti (COP) sul Clima delle Nazioni Unite. Rappresenta la versione locale o nazionale della Conference of Youth (COY), che riunisce le istanze di giovani da tutto il pianeta in ambito di cambiamento climatico.